Un giorno il dio del Sole, il dio del Fuoco, il dio della Pioggia e la dea della Terra dal cielo videro gli uomini combattere. Si misero ad osservare la battaglia scommettendo su quale dei due popoli avrebbe vinto. Videro gli uomini morire in battaglia, le donne e i bambini morire per la fame e per le malattie.

Una notte, una fanciulla di nome Arifa, stanca della guerra, si recò su un’altura, si inginocchiò e si mise a pregare: “Dei del cielo aiutateci, donateci l’ingrediente giusto per sconfiggere la fame e per riportare la pace”. Gli dei, incuriositi della richiesta, si accorsero di Arifa che, oltre ad avere un animo buono e puro, era talmente bella che non esistevano parole per poterla descrivere.

Una giovane donna, fiera, dai lineamenti gentili e dai penetranti occhi a mandorla, che conferivano al suo sguardo coraggio misto a dolcezza. I capelli neri, lucenti come la seta, e la pelle del colore dell’ambra, rendevano questa fanciulla la creatura più elegante che avessero mai visto.

La bellezza, la bontà ed il coraggio di Arifa commossero gli dei. Le loro lacrime si trasformarono in chicchi dorati, che conficcandosi nel terreno, fecero crescere rigogliose quattro tipi diversi di piante: il Grano Tenero, il Grano Duro, il Farro e il Mais.

Arifa e il suo popolo iniziarono a lavorare i quattro chicchi dorati, producendo una polvere che impastarono con l’acqua. Dopo aver ottenuto una pasta morbida ed averla lasciata sotto il sole splendente, si accorsero che aveva formato una crosticina croccante e dorata.

Arifa, dopo aver ringraziato gli dei, annunciò la nuova scoperta e, grazie al pane fatto con la Farina di Arifa, la guerra finì e tutti gli uomini si riappacificarono.